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25 luglio 2012

Il ricatto occupazionale dell'Ilva di Taranto

E' l'apoteosi del ricatto occupazionale: sul campo ci sono ambientalisti e lavoratori. Salvo poi accorgersi che gli uni e gli altri sono, in realtà, due facce della stessa medaglia. Siamo infatti sicuri che i primi non vogliono una dismissione dell'Ilva di Taranto che abbia come conseguenza costi altissimi per i lavoratori; d'altro canto, gli stessi dipendenti, che in queste ore stanno occupando per protesta la Via Appia, chissà cosa non pagherebbero per vivere e lavorare invece in un territorio salubre. E allora dov'è l'inghippo? Il vero corto circuito della questione jonica è politico, come al solito. Da parte sua la magistratura sta pericolosamente esitando nella pronunzia sulla scabrosa e incendiaria possibilità di esigere con un provvedimento di sequestro la chiusura della famosa "area a caldo" degli impianti e la popolazione tarantina, intanto, aspetta indolente l'ennesima decisione che verrà adottata sulla sua testa Si comprenda a questo punto che qui è in gioco la vita, quella vera, quella che si respira e che coinvolge lo stesso senso di continuare ad abitare quella terra tanto maltrattata. Non ci spieghiamo il perchè di questa lentezza del giudice incaricato dell'incombenza; cosa si sta aspettando? In un senso o nell'altro, sarebbe meglio che questa situazione si sbloccasse, portando così a galla le verità nascoste, dicendole a voce chiara a tutti i tarantini. Intanto glli sciacalli si annidano negli anfratti della sofferenza  di tutti i residenti e noi che siamo qui, lontani, a scriverne vorremmo tanto stanarli e respingerli verso i loro rifugi, senza che possano continuare a terrorizzare, in un modo o nell'altro, un popolo con una dignità millenaria. Bagnoli è stata bonificata, Cornigliano pure, adesso tocca a Taranto, sperando che le autorità siano veramente competenti e disinteressate. Taranto può vivere, anzi, può rivivere anche senza l'Ilva.

Per un approfondimento su FrederickLAB:
Cos'è un'area a caldo? E' lo spazio vitale di un'acciaeria, senza il quale la produzione si fermerebbe e la stessa ragione d'essere degli impianti verrebbe meno.

I dipendenti Ilva sono 11.571; la forza lavoro dello stabilimento siderugico Ilva di Taranto ha conosciuto il suo picco di dipendenti nel 2004, quando la forza lavoro ha toccato quota 13.708. Con la crisi della siderurgia, i dipendenti diretti sono scesi a 11.571. L'Ilva di Taranto rimane lo stabilimento siderurgico più grande d'Europa.
19.132 invece sono le tonnellate di materie prime; la loro lavorazione nel 2011 è tornata ai livelli del 2007 grazie ai recuperi d'efficienza dello stabilimento pugliese. (fonte Sole24ore)