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13 febbraio 2012

Matteo e la polo da matricola.

Il vecchio non tollera di buon grado la novità che sopravviene. E' una questione di egoismo, di diffidenza, d'istinto di sopravvivenza. Si può essere aperti mentalmente, giovanilmente gaudenti, e nonostante ciò insorgerà in noi l'astio contro il giovane che attenti alla pretesa giustezza delle nostre posizioni. La gavetta è una storia vecchia e, soprattutto, una scusa ed un pretesto per respingere quest'attacco letale.
Ora, trasliamo il tutto nella politica e ci accorgeremo che i vecchi partiti soffriranno della presenza dei nuovi, i politici maggiormente navigati tenderanno a sminuire le idee dei giovani imberbi affacciatisi nell'agone politico, li irrideranno tentando di attenuarne l'impatto attrattivo. Fino a quando qualcosa nel dibattito tra partiti e movimenti affiorerà come lava che ribolle; qualcosa di disgregante, atto a rimescolare le carte sul tavolo dove il gioco è sempre stato il medesimo per dieci, venti, trent'anni. Arriva cioè un movimento che non vuole diventare partito, e non si capisce bene se sia antisistema, o se invece aspiri ad integrarsene totalmente, o semplicemente se si tratti di un gruppo di opinione formatosi sull'onda dei nuovi associazionismi del web, in cui ambientalismo, spirito no-global ed impeto di stampo rifkiano verso una nuova civiltà fondata su empatia ed energie rinnovabili, siano un tutt'uno e si mescolino intercettando i gusti dei più giovani.