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31 dicembre 2022

Ratzinger, il Papa immobile.

Era salito al soglio pontificio per sanificare una chiesa considerata da lui stesso in preda ai vizi della corruzione e della mondanità. Ne uscì sconfitto perchè la sua teologia della verità e della fede in cui l'uomo deve perseguire la conoscenza di Dio attraverso un'intima compenetrazione nello spirito, venne sopraffatta dall'anima materialista di una parte del clero al contrario troppo aduso alla ricerca del benessere individuale. Il credo ut intelligam, ossia l'accettazione del dono di Dio servendosene per conquistare la vita nella verità della fede, fu sconfessato dall'arrivismo personale dei cardinali lontani e da quelli vicini che avevano imbastito una rete, un sistema di potere che sormontava e scavalcava l'essenza del cammino di fede forse troppo ingenuamente invocato dal papa tedesco. Fu lui stesso ad indicare il nome del suo successore in Bergoglio, il cardinale forse più lontano culturalmente da lui per formazione, quello per il quale la parola di Dio andava ricercata tutt'altro che nello spirito, bensì nell'incontro con le persone sofferenti, con i bisognosi, nelle relazioni umane e terrene. Bisognava scardinare il materialismo dei preti corrotti con un materialismo dell'ascolto e del mutuo soccorso tra gli uomini, schiodando quelle travi dell'odio su cui si sorreggeva il potere del clero.

Oltretutto a rincarare la dose si aggiunse l'indicibile questione della pedofilia, un cancro probabilmente più radicato di quanto si potesse immaginare. Le dimissioni di Ratzinger furono la resa di un papa inerme e forse  anche incerto sul da farsi, nonostante tutta la forza spirituale e culturale che aveva messo in campo.

Così facendo consegnò la Chiesa nelle mani di un gesuita sempre rimasto al di fuori dalle gerarchie; il gesuita da lui stesso contrastato aspramente durante il conclave del 2005 perchè considerato in quel consesso l'anima più vivace dei progressisti.

Qualche caduta stile, come quella di aver definito "socialmente pericolosa" l'omosessualità e nel contempo tacere invece su almeno quattro casi di abusi commessi da uomini del clero, oppure quando nel discorso di Ratisbona definì Maometto un predicatore con la spada e peccato che in quel periodo l'Europa era sotto attacco del terrorismo di matrice islamica.

Un conservatore, non c'è che dire, per il quale la tradizione era un dogma e l'integralismo si faceva invece strumento per  ranghi scomposti e disobbedienti di un clero disunito.

Ma anche un uomo ed un prete sconfitto dall'ermetismo del suo stesso pensiero; ecco perché ebbe bisogno di un uomo che riaprisse la Chiesa al mondo.


I due papi - Ferdinando Meirelles, con Antony Hopkins e Jonathan Pryce, 2019

01 marzo 2013

Buonanotte e grazie dalla "Santa Defezione".

Le dimissioni di Papa Ratzinger hanno rivoluzionato la Chiesa per gli anni a venire, perchè, come da da più parti s'è già detto, questa non sarà mai più la stessa di prima. Da qualche giorno a questa parte, l'interesse miope dei media e dei fedeli si è concentrato sull'evento epocale e sulla novità rituale, od anche sulle riflessioni  a proposito delle conseguenze religiose e secolari che ciò ha comportato e comporterà in futuro. Bisognerebbe però tornare a soffermarsi sull'analisi delle motivazioni che hanno condotto Benedetto XVI a questa decisione, non tralasciando in merito alcuna ipotesi, anche la più bizzarra o pericolosa. Alla faccia di tutti i critici o intellettualoidi da establishment che presumono di essere più competenti degli altri mortali nella polemica e nella valutazione di tali accadimenti, che deridono incessantemente i cosiddetti "dietrologi" o "complottisti", presentandosi come voci della verità, noi vorremmo al contrario segnalare che non crediamo e non crederemo mai alla stanchezza ed al peso morale insopportabile che avrebbe attanagliato l'oramai ex Pontefice, costringendolo a tirare i remi in barca; così è tout court crollato lo stesso dogma dell'infallibilità. E se non è infallibile, che Papa è allora? Invece noi siamo, in questo caso, fortemente, e proprio dietrologicamente, sospettosi che alla base delle sue dimissioni vi siano invero argomenti scottanti e clamorosi che niente hanno a che vedere con la spossatezza di un vecchio uomo colpito da una crisi di astinenza da privacy.  Le ipotesi sarebbero molte: lo IOR, i preti pedofili, la questione delle carte trafugate e diffuse dal maggiordomo, chissà forse anche Emanuela Orlandi; tutte vicende che potrebbero aver avuto la loro funzione detonante. Come negare l'ipotesi, seppure nebbiosa, di una loro influenza su una decisione che non è maturata negli anni, ma piuttosto negli ultimissimi tempi dietro le pressioni di ricatti, vendette, lotte di potere giunte al loro estremo culmine e non più evidentemente insabbiabili? Solo tre mesi fa il Papa inaugurava il suo ingresso nel mondo dei social networks, annunciando al mondo intero quello che sarebbe stato il suo profilo Twitter, evidenziando la volontà di diffondere quotidianamente, ora dopo ora, minuto dopo minuto, il suo verbo tra i milioni di fedeli collegati sul web. Altro che desiderio di privacy! Benedetto XVI si sentiva Papa e voleva comunicarlo in tutte le lingue possibili. Qualcosa nel frattempo è successo ed ha messo Ratzinger con le spalle al muro, un muro senza possibilità di fuga. Questa non è dietrologia e non è mania di complottismo, peraltro non ci sarebbe niente di male o di strano, o di nuovo, nel paese di Ustica, di Capaci, di Ambrosoli, della Stazione di Bologna, etc etc. I soloni di turno, fra qualche tempo, inizieranno a pontificare, è il caso di dire, sulla presenza ingombrante di un Papa Emerito, di una figura imprevista che passeggia come un pastore qualsiasi nei giardini del Vaticano, del capo dell'opposizione pronto a criticare l'azione del nuovo governo. Insomma, tutto diranno tranne quello che è realmente stato il motivo della Santa Defezione, e cioè che il potere ha vinto ancora una volta, senza guardare in faccia nessuno e senza rispetto verso i piani alti.
Intanto, il Pellegrino se n'è andato ed ha salutato tutti con un sberleffo, ritirandosi elegantemente, ringraziando e dando la "buonanotte". 
Come dire: "Adesso so' c..... vostri!!!!"