29 marzo 2020

Epistola nr. 1. Lettera a Monsieur Kenjj Mori, libraio parigino.

Parigi epidemia di colera del 1832
Caro Monsieur Kenjj Mori, oggi pomeriggio passeggiavo beatamente nei viali della storia, mi chiedevo se nella Parigi del suo tempo ci siano mai state epidemie. Non avendo memoria di ciò, sono andato a rovistare negli almanacchi ed ho letto che quella città è stata nei secoli colpita più volte da epidemie di ogni genere, come peraltro tutti gli altri paesi europei. Ma per tornare al suo secolo, gli annali raccontano che nel 1832 Parigi fu attanagliata da un'epidemia di colera che provocò la morte di una gran parte della popolazione. Stavo sfogliando proprio in questi giorni le pagine di un saggio storico di qualche tempo fa che narrano per l'appunto di quei giorni ferali nella ville lumiére.
“Il terribile scossone del colera del 1832 rimarrà a lungo iscritto nella memoria della popolazione parigina, altrettanto a lungo che nelle piramidi egizie, scavate da ferite profondissime. Le filastrocche dei cantastorie e i romanzi popolari ne tramanderanno e ne ingigantiranno a lungo il ricordo". (Louis Chevalier,  “Classi lavoratrici e classi pericolose" - Laterza 1976.)

Forse si ricorda la devastazione che sventrò allora Parigi, i mercati che sfiorivano per mancanza di derrate, i cavalli che trasportavano i morti di colera accatastati su carri di legno malmesso ed esposti nudi al cielo, le donne con gli abiti inzaccherati di melma che vagavano senza meta con i figli piccoli sul grembo, i roghi appiccati per le strade a bruciare l'aria malefica e quei corpi stessi. Sa, io me la immagino tra quella gente, bellamente con la tuba ed il bastone, due o tre tomi sotto il braccio, mentre è alla ricerca del suo figlioccio Victor, forse impegnato a seguire qualche pista segreta contro il suo parere. E vedo il suo sguardo disperato su quel mondo di appestati, mi accorgo del suo disarmo dinanzi a tale scempio, mentre fa roteare lentamente il bastone intorno ad un ipotetico cerchio d'aria. Ma se ci penso un attimo, forse lei non c'era ancora a Parigi in quei mesi, forse si trovava in Giappone, la sua terra natia, a scoprire il linguaggio dei fiori praticando la Hakanatoba, a svelare il mistero di Sakura, il ciliegio che rappresenta la transitorietà dell'esistenza. Tuttavia mi piace crederla eterno e dappertutto e vorrei che mi rispondesse al più presto spiegandomi come andò a finire a Parigi nel 1832, come cambiò la vita dei parigini che, ho letto, riuscirono a costruire una città nuova partendo dalla rete fognaria. Credo che lei abbia saputo che anche noi dell'anno 2020 siamo nel bel mezzo di un'epidemia; si, proprio noi, gli invincibili del ventunesimo secolo. siamo minacciati da un virus sconosciuto che ammazza la gente scegliendo ogni giorno a caso. Probabilmente fra un po' anche qui i mercati s'impoveriranno di materie prime e forse ci saranno dei tumulti per accaparrarsi il cibo; questo è quello che temo, perché noi non siamo come i parigini del 1832, siamo viziati da un benessere che pensavamo ci fosse dovuto, non sappiamo fare la guerra perché quasi cento anni di pace mondiale ci hanno rassicurati e viziati nella convinzione che i disastri e le tragedie accadessero sempre lontani da noi. Bello scherzo ci hanno fatto, perché invece adesso è successo tutto qui, e proprio a noi. Caro monsieur Kenjj Mori, secondo lei ce la potremo fare? Attendo una sua risposta al più presto, perché non so proprio come regolarmi ed avrei bisogno di un suo prezioso consiglio. A proposito, appena la vede, porti i miei saluti alla bella Tasha e le chieda se ha per caso dipinto un quadro sul tema del colera da mostrarmi appena mi scriverà la prossima mail. Ah già, lei non può sapere cos'è una mail, vabbè mi scriva una lettera con un lapis a punta grossa perché con l'età inizio a non vedere più tanto bene da vicino. La saluto ed attendo la prossima Sua con trepidazione, tanto io da qui non mi muovo.

Nota

Kenjj Mori, Victor Legris, Tasha, sono alcuni degli affascinanti personaggi che popolano i bellissimi libri ambientati da Claude Izner a Parigi nell'ultimo scorcio del diciannovesimo secolo:
Il mistero di rue des Saints-Peres, 2006 titolo originale: Mystère rue des Saints-Pères (vincitore del Premio Michel Lebrun [2] )
La donna del Père-Lachaise, 2007 titolo originale: La Disparue du Père-Lachaise
Il delitto di Montmartre, 2008 titolo originale: Le Carrefour des Écrasés
L'assassino del Marais, 2009 titolo originale: Le Secret des Enfants-Rouges
Il rilegatore di Batignolles, 2010 titolo originale: Le Léopard des Batignolles
Il talismano della Villette, 2011 titolo originale: Le talisman de la Villette
La confraternita di Boulevard d'Enfer, 2013 titolo originale: Rendez-vous Passage d'Enfer
La casa abbandonata di rue Corvisart, 2014 titolo originale: La Momie de la Butte-Aux-Cailles
I segreti dell'Opera, 2015 titolo originale Le Petit homme de l'Opéra
Scarpe scure sul Quai Voltaire, 2016 titolo originale Les souliers bruns du Quai Voltaire
Mezzanotte all'impasse du Cadran, 2017-in pubblicazione il 7 settembre 2017- titolo originale Minuit, impasse du Cadran
Il drago del Trocadéro, 2017 Pubblicato da Tea il 25 ottobre 2018 titolo originale - Le dragon du Trocadéro







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