19 novembre 2012

È demagogico tagliare le spese militari?


Il problema è che tale strategia non sembra più sostenibile sul piano sociale. Tempo fa abbiamo sostenuto che per racimolare risorse sarebbe opportuno tagliare qualche F-35, per cominciare. La proposta può sembrare demagogica, al pari delle richieste di tagliare i “costi della politica”, dato che gli importi sono risibili rispetto alle necessità dello Stato e alle cifre che si possono raccogliere tartassando i cittadini più deboli e facilmente tracciabili.
Ma non si tratta di demagogia. Come spiega Joseph Stiglitz (uno dei più autorevoli studiosi di economia pubblica, vincitore del premio nobel per l’economia nel 2001), nelle democrazie il pagamento delle tasse si basa sulla diffusione di uno spirito di fiducia e cooperazione, prima ancora che sui meccanismi di controllo e di sanzione approntati dallo Stato. Un sistema tributario percepito come iniquo distrugge fiducia e coesione sociale. Che sono le due risorse di cui più abbiamo bisogno, per affrontare lo sforzo collettivo che ci è richiesto in questa fase di crisi. (FABIO SABATINI – Non si esce dalla crisi distruggendo la coesione sociale). 


Se iniziassimo a ragionare in termini di politica economica praticata e non soltanto argomentata accademicamente e poi indirizzata impietosamente a scapito delle fasce sociali meno abbienti, spacciando i provvedimenti adottati come l'unica risorsa rimasta prima del baratro, allora basterebbe anche acquistare un solo F35 in meno per ridare fiato e forza a quello spirito di fiducia di cui i cittadini hanno disperatamente bisogno.

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