24 giugno 2018

Quello che non ci piace di Capitan Fracassa


Chi ha letto quanto è stato scritto finora in questa raccolta di appunti sparsi e quasi quotidiani, sa come la pensiamo in tema di immigrazione e in generale ha ben compreso il nostro modesto punto di osservazione sulle cose del mondo. Per le nostre posizioni siamo anche stati accusati da non pochi di essere dei "parolai buonisti". E' vero, forse siamo  degli ingenui perché, come si sa:
  • Non ci piacciono i porti chiusi.
  • Non ci piacciono, neanche a dirlo, i pericolosi dubbi sollevati circa la necessità di una scorta a Roberto Saviano. 
  • Non ci piacciono i ministri itineranti. 
  • Non ci piacciono i governi frazionati ed eterodiretti. 
  • Non ci piacciono i governi social.
  • Non ci piacciono i goffi proclami nazionalisti, soprattutto da parte di chi finora ha inveito contro lo spirito unitario dello Stato italiano. 
  • Non ci piacciono le sparate elettorali per raccattare voti, in vista di una non proprio insignificante tornata elettorale amministrativa, in cui tre milioni di italiani decideranno chi dovrà guidare comuni e regioni da sempre enclave della sinistra (la sinistra?), come la Toscana. 
  • Non ci piace neanche il Partito Democratico, surgelato ben bene in una confezione sigillata ermeticamente da quando Renzi ha perso uno sciagurato referendum costituzionale nel 2016.
  • Non ci piace tutta l'altra sinistra, quella più a sinistra (sigh?!) che si arrabatta tra le boldrinate chic ed il mondo patologicamente eterogeneo che orbita tra Liberi e Uguali e Potere al Popolo.
  • Ovvio poi che non ci piaccia neanche l'altra metà del cielo, ossia la destra che pendola tra l'antiquato reazionarismo populista di Fratelli d'Italia ed i moderati Forzitalisti appesi al filo della flebo di Berlusconi.

Infine, discorso a parte, non ci piace neanche il Movimento 5 Stelle, perché ha buttato al vento le sue potenzialità iniziali, quando nei primi anni aveva innegabilmente fatto da collettore e da valvola di sfogo del malumore e dei desideri di rivalsa degli orfani e degli erranti delusi, lasciando al palo dapprima Bersani e poi Renzi e, perché no, anche la vecchia Lega nord di Bossi. Quel serbatoio lo ha mantenuto fin quando non ha incontrato sulla sua strada un agricolo ma scaltro leader come Salvini, che ad oggi è in realtà l'unico ad avere un minimo di barlume tattico, e non ci piace neanche questo naturalmente: strattona di qua e tira di là, la corda alla fine si spezza, consacrandolo finalmente nell'ambito ruolo di deus ex machina e facilitandolo nell'eliminazione del coinquilino scomodo pentastellato.
E quello che più non ci piace, alla fine, è che Salvini, siamo consapevoli di provocare qualche  attacco d'indigestione con questa affermazione, sta  raccogliendo sempre più consensi; bisognerebbe passare al setaccio tale impennata nei sondaggi, allo scopo di chiedersi perché la maggioranza della gente, quella che ragiona di pancia e soltanto e sempre di pancia, e questo ci fa veramente irritare, è sostanzialmente con lui. Pare che questa benedetta pancia del paese si senta sempre più satolla ogni qualvolta Salvini arraffa un microfono dichiarando guerra a Francia e Spagna, o twitterando al mondo intero che gli invasori non sbarcheranno piu sul dolce suol natío con le loro corazzate galleggianti. E piaccia o meno, il messaggio letale passa e va a solleticare lo spirito da Capitan Fracassa un po' cialtrone ed un po' scanzonato tipico dell'italiano medio che pensa che del resto "non sarà poi una cosa seria!"



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