27 marzo 2020

Pandemia e democrazia.

Viviamo tutti qui, nello stesso maledetto posto e ci sentiamo sospesi da quindici giorni come se fossimo imprigionati all'interno di una grande bolla d'aria; tutto è rallentato come le azioni di una partita di calcio viste con una moviola degli anni ottanta. Un mese fa eravamo gli stessi di sempre, lavoravamo, studiavamo, facevamo sport, andavamo al cinema, passeggiavamo nei parchi. I giorni passavano veloci, uno dopo l'altro, e la vita era forse ovvia e frenetica. 
Ci siamo risvegliati un bel giorno ed abbiamo visto un cielo diverso, comprendendo gradualmente  che quanto ci avevano raccontato sulla fragilità dell'esistenza era vero. Improvvisamente abbiamo iniziato a voltarci ripetutamente indietro per controllare chi si fosse fermato alle nostre spalle, per riconsiderare tutta la strada percorsa fino a quel momento e raccogliere quanto abbiamo perduto. Non l'avevamo mai fatto, sicuri del nostro futuro; mentre adesso il passato è diventato prezioso rimpianto.
fonte: www.scienzainrete.it
Alle prime avvisaglie del contagio abbiamo tutti  sottovalutato i rischi di una malattia definita ancora influenza, i virologi e gli epidemiologi hanno polemizzato in televisione sui rischi di una pandemia; nel frattempo il virus ha viaggiato in prima classe sugli aerei, sulle navi, attraversando gli oceani fino ad insinuarsi anche qui come una serpe velenosa tra i corpi delle persone, tuffandosi nel respiro di uomini e donne e sguazzando nelle goccioline di acqua prodotte dalla gente per strada. Lo chiamano Corona, Corona-Virus, a causa della forma dell'animaletto microscopico, tanto che pare addirittura carino con tutti quei colori, con quelle guglie frastagliate che lo fanno assomigliare ad una roulette.  Il numero dei contagi e dei morti aumenta, poi decresce, poi aumenta di nuovo, ed è uno stillicidio quotidiano. La sensazione che si prova è quella di far parte dell'area di una circonferenza, i cui cerchi più lontani delimitano la vita di persone sconosciute e man mano che si fanno più prossimi, inizi a credere che prima o poi si giunga al tuo: persone conosciute solo per nome o per fama, poi via via persone vicine a conoscenti, poi conoscenti, amici, parenti ed il cerchio alla fine è quello tuo: la democrazia è compiuta. 

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