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11 gennaio 2023

Breve riflessione sulla democrazia.

Arriva il momento in cui una anche una grande forza incontra una forte resistenza e succede quando si avvicina al punto di rottura. La forza del regime iraniano sta incontrando la resistenza dei suoi stessi figli ed il sistema tutto sta oscillando pericolosamente come una nave in mezzo alla tempesta. Quel totalitarismo che implica una identificazione estrema tra società e religione, che contempla l'ayatollah come leader carismatico facendo leva sulla pressante pressione ideologica ai danni della popolazione, che nega ogni forma di pluralismo democratico, adesso vacilla rischiando d'implodere. Se ci pensiamo bene, è quanto accade a tutti i totalitarismi, che svelano ad un certo punto della loro storia la malcelata incapacità di resistere all'istinto sociale dell'uomo che vuole infine tornare ad essere libero. Accade dopo anni, decenni, anche secoli, ma non c'è scampo. La democrazia invece, pur con le sue debolezze ed imperfezioni a volte insanabili, ha il pregio della indispensabilità. Se dittatura vuol dire ordine (forzato) e consenso di massa, quando l'autorità non è più in grado di garantire il controllo ed il benessere incontrastato delle sue èlite, natura vuole che si sprigionino le forze finora costrette dai lacci del regime. E  come un naufrago che stava annegando riesce, pur annaspando, a riemergere per poter respirare, così sopravviene l'istinto di sopravvivenza di una popolazione e dei singoli individui che dapprima confusamente e poi sempre più razionalmente spezzano il potere dello stato cosituito. 

Questa è la democrazia: un grande respiro dopo aver rischiato di annegare.